Un pomeriggio in compagnia di alcuni dei maggiori esperti di open source e making

Si è discusso delle potenzialità insite nella Quarta Rivoluzione Industriale, nel momento in cui questa, oltre ad introdurre tecnologie digitali per un modello produttivo smart, permetta anche la decentralizzazione della produzione e quindi della conoscenza.

Come sarà possibile? “Non si tratta soltanto di capire come decentralizzare un modello – afferma Indy Johar, di Project 00 - ma come si creano le condizioni perché le persone siano in grado di innovare, dal basso”.

A proposito di condizioni favorevoli Patrizia Bolzan, del Polifactory, ha ribadito l’importanza che ci siano diverse realtà e tipologie di attori (anche istituzionali) a collaborare per lo stesso obiettivo. Una community, o un gruppo di innovatori, senza collegamento con altri soggetti decisionali, non può incidere abbastanza.

Decentralizzare significa anche offrire ai cittadini e ai consumatori maggiore trasparenza, per questo, come spiega Marco Sachy di Dyne.org, è un processo considerato “minaccioso” da molti. “Con le tecnologie odierne, e un sistema di tagging – spiega - si potrebbero tracciare i movimenti e l’intera filiera di un prodotto, permettendo alle persone di sapere cosa acquistano”. Come questo cambierebbe le policy delle grandi aziende multinazionali?

Non solo produzione: anche il design del prodotto e quindi il suo valore può essere decentralizzato, come ha spiegato Joni Steiner di Opendesk che, tra le altre cose, offre a designer e architetti una piattaforma dove caricare e scambiare i propri progetti che poi possono essere prototipati da una rete altrettanto ampia di artigiani e aziende manifatturiere.

Ma per decentralizzare la conoscenza e il valore servirebbe anche decentralizzare i dati e le informazioni mentre attualmente i cosiddetti “big data” che rappresentano una fonte inestimabile di ricchezza, sono detenuti da pochi soggetti che controllano il web.
E quindi cosa succederebbe - si chiede Aral Balkan di ind.ie - se ogni persona avesse un proprio spazio in internet che si autogestisce come fosse la sua casa; uno spazio privato ma gestito come cosa pubblica?”

Queste domande hanno scatenato il dibattito tra gli ospiti e i relatori dell’incontro, che potete:
- rileggere in questo breve pamphlet (PDF, 623 KB);
- rivedere la registrazione streaming.