Gianluca Faletti è da sempre appassionato di fare e costruire, ben prima dell’avvento del fenomeno Maker importato dagli USA. E’ sempre stata una persona che ha riparato e costruito di tutto in casa, dal mobile alla stampante 3D.
Gianluca è designer e grafico 3D e consulente per il multi media presso il Consorzio Top-ix, figlio di un architetto che, da bambino, lo portava con sé sui cantieri. Grazie a quel background tecnico acquisito da piccolo, all’universita’ studia Architettura e ha trasformato la sua passione nella sua professione! Appena il brevetto sulla stampa 3d FDM è scaduto, ha iniziato a progettare una stampante 3D Open Source sfruttando le sue competenze di progettista meccanico (è da 35 anni che lavora nel settore), sta progettando la sua prima macchina CNC. Prima di realizzare i prodotti, Gianluca costruisce gli strumenti!
Ci racconta che in Italia l’artigianato è sempre esistito, ed è tuttora riconosciuto in tutto il mondo, ben prima che gli USA trasformassero i Maker in un nuovo business model. Gianluca è circondato da amici e parenti che amano il fai-da-te e che lavorano in FabLab o nelle loro officine casalinghe. Gianluca ha l’approccio tipico dei Maker: è un ‘curioso’, più che uno ‘smanettone’ e ama risolvere da solo i problemi (per rimanere anglofoni, è un ‘problem solver’).
Il fenomeno della fabbricazione digitale e dei “Maker” ha, comunque, avuto un aspetto positivo: quello di dotare i Designer di strumenti economici per la prototipazione dei loro prodotti, creare una nicchia completamente nuova di mercato, relegata in precedenza solo a grandi aziende, e di rivalutare gli Artigiani che nell’ultimo trentennio erano stati trascurati. Basti pensare agli investimenti in startup che fino a pochi anni fa si rivolgevano in maggioranza a progetti digitali e tecnologici, ignorando le realtà manifatturiere e i piccoli artigiani. Oggi, per fortuna, le cose stanno cambiando.
Gianluca Faletti è stato designato Reviewer OpenMaker del progetto Tritino che ha già una linea ben precisa di progettazione e sviluppo, a cui il bando ha dato l’opportunità di un finanziamento a fondo perduto per velocizzare la messa in produzione. Felfil non nasce a caso all’interno del Dipartimento di Design del Politecnico di Torino in cui da decenni viene posto l’accento sull’economia circolare, il riciclo e, in definitiva, l’impatto sull’ambiente e sulla società dei progetti tecnologici sviluppati dai laureati e neo-laureati. In più Tritino, il trituratore di rifiuti plastici poi trasformati in filamento per stampa 3D con FelFil, ha dimostrato di essere in grado di attrarre finanziamenti dal basso (come dimostrano le campagne di crowdfunding attivate e concluse con successo) e ha già un suo mercato, tutti i possessori di FelFil a cui serviva un trituratore casalingo. Il ruolo di Gianluca è fondamentale: evidenziare tutti i possibili problemi tecnici per trovare soluzioni alternative a livello progettuale in modo da rendere più veloce e sicura messa in produzione di Tritino.
Gianluca ha contattato attraverso Openmaker la commissione europea per capire se è possibile dotare Tritino di licenza Creative Commons senza finalità commerciali in linea con la filosofia e le licenze creative commons adottate sin dall’inizio da Felfil.
La parola per il Dizionario dell’Innovazione di Gianluca Faletti è #condivisione perché da sempre è all’interno di community legate allo sviluppo del software e del design Open Source.