Eleonora Trivellin, fiorentina, si è laureata in Architettura ed è dottore di ricerca in Disegno industriale, adesso impegnata nell’attuale DIDA Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, insegnando nel corso di Disegno industriale. Le ricerche di Eleonora indagano in particolare il rapporto tra design e artigianato con specifica attenzione al settore tessile e l’interior design per la nautica e, in generale, per gli spazi in movimento. Ecco perchè è stata scelta come Reviewer del progetto vincitore del bando OpenMaker Circular Wool, presentato da Lottozero e RS Srl e che ha l’obiettivo di dare nuova vita – in forma di filato, tessuto o prodotto finito – agli scarti di lana toscana, oggi smaltiti come rifiuto dagli allevatori.
Il Laboratorio MD (Material Design) in cui è impegnata Eleonora Trivellin sposa in toto le tematiche della sostenibilità, sia ambientale che sociale, dei materiali (nel suo caso delle fibre tessili e dei tessuti), perchè siano riciclati o riciclabili.
“E’ fondamentale che il Design sia visto come disciplina che plasma e definisce oggetti importanti nella nostra vita – afferma Eleonora – ma anche come regista di relazioni all’interno degli ambienti in cui viviamo. Per questo il Design non è solo prodotto o processo“. Incuriosita dalla mission e dallo spazio Impact Hub Firenze, Eleonora ha trovato in alcuni progetti, tra cui (ma non solo) il bando europeo OpenMaker, la possibilità di collaborare attivamente con LAMA. La finalità di questa collaborazione è anche quella di rendere Firenze un polo di creatività, facendo parlare tra loro alcuni dei principali stakeholder del territorio tra cui Università e aziende private, Comune e artigiani.
Eleonora Trivellin si occupa di Design nel tessile dalla progettazione insieme ad aziende del celebre distretto pratese ad artisti dell’Oltrarno fiorentino che realizzano le opere da lei pensate in tessuto. Mentre intervistavamo Eleonora infatti, abbiamo notato la sciarpa che aveva annodata attorno al collo: si trattava di un esempio concreto del suo lavoro, in cui i diversi colori dei filati intrecciati (beige, marrone e rosso) sono stati ottenuti in modo al 100% naturale da piante e radici che, quindi, col passare del tempo sono destinati a mutare o sbiadire lentamente.
Il progetto Circular Wool è probabilmente quello più complesso tra i vincitori italiani di OpenMaker perchè i confini tra Maker e Azienda sono più sfumati e manca, tra i partner, l’azienda produttrice dell’oggetto finito della fase di progettazione, che potrebbe essere un tessuto commercializzabile oppure un vero e proprio prodotto finito. Una delle difficoltà nel settore del tessile è proprio la difficoltà di conferire un’identità a un semilavorato come il tessuto che ha quindi bisogno di una terza entità per determinarla: ovvero, l’azienda che realizzerà il prodotto finito. Unica eccezione il caso in cui il progettista tessile è all’interno dell’azienda che realizza il prodotto finito (o è la stessa persona). Ecco perchè per Circular Wool potrebbe essere necessario arrivare a creare prototipi di prodotto finito per arrivare a una comunicazione più efficace delle caratteristiche innovative del tessuto.
Circular Wool al momento si sta ponendo molti quesiti legati anche alla composizione del filato da ottenere, dati i buoni risultati ottenuti da alcuni test che mescolano la lana di produzione locale a fibre artificiali. I risultati devono essere allineati a quali e quanti degli obiettivi che il progetto Circular Wool intende ottenere. Se si tratta di obiettivi legati al recupero delle lane toscane con riduzione dell’impatto ambientale in ottica di economia circolare, il risultato potrebbe essere soddisfacente. Nella fase di ricerca e progettazione si tenterà comunque di ottenere risultati ancora più sfidanti, sia in termini di prodotto che di comunicazione del progetto.
La parola chiave del lavoro di Eleonora Trivellin è #sfida: che significa non fermarsi alla soluzione più semplice ma cercare di porre il paletto al di là. A noi di OpenMaker piacciono i progetti ambiziosi come Circular Wool e siamo curiosi di scoprire dove arriverà la fase di prototipazione prevista all’interno del progetto.