Tessa e Arianna Moroder sono le fondatrici di Lottozero, un centro di ricerca e networking internazionale sorto in uno spazio industriale di Prato, con l’obiettivo di sostenere e incoraggiare lo sviluppo di talenti emergenti e rivitalizzare uno tra i principali distretti tessili d’Europa. Hanno conosciuto Antonio Mauro, fondatore di R.S. – Ricerca & Servizi, ad un appuntamento di Caffè Scienza con cui hanno trovato subito molti temi di cui discutere con passione, tra cui l’economia circolare nella produzione tessile. Insieme hanno progettato e presentato alla call-for-prototypes “Circular Wool” che si è aggiudicato 20.000€ per prototipare il processo di realizzazione di un prodotto tessile che abbia valore commerciale ottenuta dalla lana rustica toscana, finora mandata al macero.

Antonio Mauro, direttore di R.S. Srl, società di consulenza tecnologica nel settore tessile e abbigliamento, ha collaborato col CNR di Firenze e con aziende del settore tessile toscano, ambienti in cui già da tempo si parla dell’utilizzo delle lane di scarto per realizzare tessuti commercializzabili. La ‘lana circolare’ risolverebbe un notevole problema di inquinamento, perchè il suo smaltimento ha costi rilevanti per gli allevatori di pecore e, allo stesso tempo, potenzierebbe il riciclo, tema a cui il consumatore di oggi è sempre più sensibile. Con evidenti vantaggi sia sulla filiera agricola (allevatori di pecore) che industriale (settore della moda).

In più “Circular Wool” rinnoverebbe la tradizione del cardato pratese, tessuto di lana ottenuto riutilizzando sin da metà ‘800 vecchi abiti e stoffe usate, selezionate dal ‘cenciaiolo’. Nel secondo dopoguerra, Prato divenne il centro di raccolta di stracci più importante e specializzato su scala internazionale, classificando e imballando tonnellate di cenci destinati persino all’estero. A differenza della lana cardata, spessa e pesante, l’obiettivo di Circular Wool è quello di ottenere una lana sottile, che sostituisca la lana merinos, per intenderci, i cui tessuti possano essere utilizzati per realizzare capi di abbigliamento di alta moda o elementi di interior design raffinato. Altro vantaggio: le attrezzature necessarie per il lavaggio, la filatura, la tessitura e la tintura, già esistenti ma adesso solo parzialmente utilizzate nel distretto, potrebbero riprendere a lavorare a pieno regime lavorando il nuovo materiale di lana riciclata.

Grazie ai fondi ottenuti col progetto europeo OpenMaker, si arriverà a capire se l’intuizione porterà a un reale filato / tessuto interessante per i produttori della zona e, se il risultato sarà positivo, si potrà estendere alle lane di scarto di altri territori e distretti, dal biellese al bergamasco, dal sardo al trentino. Oppure potrebbe essere un mix di lane scartate di diversi distretti a dare come risultato finale il filato alla base del tessuto ideale, perfetto per dimostrare concretamente l’attenzione al territorio e all’ambiente anche dei lanifici che immetteranno il tessuto sul mercato e delle aziende di moda che lo utilizzeranno per i loro capi della stagione invernale.

La parola chiave del progetto per il Dizionario dell’Innovazione è #passione che ha caratterizzato l’incontro iniziale tra Tessa e Arianna Moroder di Lottozero e Antonio Mauro di R.S. dando vita immediatamente a un confronto appassionato sul tema dell’economia circolare nel tessile, sia dal punto di vista tecnico che creativo. I risultati delle affinità di vedute sono confluite nel progetto “Circular Wool” vincitore della call-for-prototypes di OpenMaker. 

Conosceremo la loro storia durante l’evento #MeetheChampion di mercoledì 21 ad Impact Hub Firenze. Vi aspettiamo!

One Comment

Comments are closed.